Gloria Schito Metaverso

C’è una realtà che reale non è. Un Mondo che si sta popolando senza essere fisicamente raggiungibile ma che è la (nuova) scommessa delle più grandi società, da Meta a Disney+, passando per brand di moda, celebrities e sportivi (come il nostro Marco Verratti il primo calciatore al mondo ad acquistare un’isola privata extra lusso in VR).

Tutto questo è parte del Metaverso: un fenomeno che sta smuovendo interessi molto forti, anche (e soprattutto) economici, ma i cui confini non sono ancora del tutto delineati. Ma come ogni novità che si rispetti (ricordiamo l’avvento dei social o delle auto che “si guidano da sole”), messo da parte lo scetticismo iniziale, è bene farsi trovare pronti ed allineati ad un futuro che tanto remoto non è.

Se c’è una realtà che – per sua natura – ha necessità di stare al passo con i tempi, è quella della Moda e Team World ha il piacere di rappresentare Gloria Schito – nota come glojoined – tra le fashion blogger più amate e conosciute sui social grazie anche al libro A far la moda comincia tu: La guida per trovare il tuo stile senza spendere una fortuna.

Gloria Schito A far la moda comincia tu

Gloria Schito ci parla del Metaverso

Gloria, laureata in ingegneria informatica, ha una curiosità innata per tutto quello che è novità, non solo per quanto riguarda gli ultimi trend, ma anche relativamente a ciò che avviene nel mondo del digital. Abbiamo così deciso di approfittare della sua incredibile capacità di comunicare con semplicità e immediatezza anche le cose più complesse, per avere qualche dritta in più sul Metaverso e su come il Mondo del fashion ne sia già in parte contaminato.

A riguardo, le aziende e i media interessati a collaborare con content creator già proiettati sul Metaverso, possono contattare Gloria Schito all’indirizzo email [email protected].

Gloria che collegamento c’è tra la Moda e il Metaverso?

Per rispondere a questa domanda bisogna partire definendo cosa si intende per Metaverso. Il modo più semplice per comprenderlo è quello di pensare ad un universo tridimensionale presente esclusivamente online, in cui le persone sono rappresentate da avatar e vivono una vita parallela a quella reale ma che la rispecchia fedelmente. O almeno questa è la direzione in cui si vuole andare.

Sulla base di questo è ovvio vedere come ci si sta aprendo a nuove opportunità e sicuramente la fashion industry vuole sfruttarle a pieno. É stato coniato il termine metafashion per identificare una moda innovativa nel metaverso, che a differenza di quella nella realtà sarà sicuramente molto più interattiva e stimolante. Esperienze di shopping digitali e immersive svolte comodamente da casa, la possibilità di partecipare ad eventi attraverso visori o altri dispositivi hardware in cui sembrerà di stare in presenza senza esserlo effettivamente, una moda più inclusiva e sostenibile che permette a tutti di sperimentare con look differenti, un nuovo modo di socializzare, ma anche tanto tanto altro.

Cosa rispondi a chi vede con scetticismo il Metaverso?

Del Metaverso abbiamo già fatto una sorta di esperienza “indiretta” durante la pandemia, quando per esempio – sempre restando in tema fashion – molti marchi si son dovuti adattare al cambiamento e son diventati virtuali, così come anche le esperienze di acquisto e l’abbigliamento. Già in quel periodo la nostra esperienza di acquisto è diventata virtuale, il Metaverso getta le sue radici in realtà come questa ma sarà molto di più: immaginate di poter entrare in uno showroom digitale e di riuscire a visualizzare un capo a 360 gradi, di poterlo toccare, di poter interagire e indossarlo ma il tutto restando sul divano. Quando si unisce la moda a un processo di gamification è lì che nasce la magia.

Nella tua bio Instagram c’è scritto: “Indosso outfit nel metaverso”, cosa vuol dire?

Il mio progetto nasce dalla mia forte passione per la tecnologia e il mondo dell’informatica unito a quella per la moda.

Da tempo mi informo sul mondo del metaverso e delle sue possibili applicazioni e ho cercato di trovare il mio modo di comunicare l’unione della moda con il metaverso.
Sono nati così, sui miei profili social, i #metalook, ovvero una rubrica in cui indosso outfit che esistono solo virtualmente e nel metaverso con un obiettivo ben chiaro: rendere la moda più accessibile, sostenibile e inclusiva. In fondo, tutti possono indossare un meraviglioso vestito a forma di cuore senza preoccuparsi della taglia, del fit o del tessuto e sfoggiarlo mentre si è a casa. (metterei mio outfit foto con vestito cuore digitale). É un processo di gamification della moda e, secondo me, il futuro dello styling.

Hai parlato di sostenibilità: come può la moda nel Metaverso essere sostenibile?

Si sa che l’industria della moda contribuisce alla maggior parte delle emissioni di carbonio nel mondo.
Nel metaverso i vestiti non esistono fisicamente ma solo virtualmente il che già porta ad un notevole risparmio sulle produzioni. Molto spesso, soprattutto per chi crea contenuti online, e ormai lo fanno quasi tutti, spesso accade di utilizzare i capi giusto per un paio di scatti o qualche video per poi non usarli più. Sfruttando gli abiti digitali, si ha la possibilità di creare molti più contenuti senza effettivamente comprare sempre nuovi vestiti.
Questo se si guarda al punta di vista di un creator online. Ma migliaia sono le applicazioni in generale che possono essere sostenibili.
Showroom digitali visitabili comodamente da casa ed esperienze di shopping immersive senza che vi sia l’effettiva produzione di capi, ma solo la visualizzazione virtuale con una versione fedelissima della realtà.

Un altro esempio riguarda le fashion week.
La Helsinki Fashion Week, che è diventata puramente figitale, ha fatto ridurre l’impronta di carbonio per ogni visitatore da 137 kg a 0,66kg.
L’abbigliamento digitale andrà a ridurre la sovrapproduzione di vestiti, farà risparmiare tempo e materiali e permetterà a chiunque di potersi esprimere liberamente creando la propria identità digitale.

Cosa s’intende per identità digitale?

L’importanza di creare un’identità digitale che sia corrispondente il più possibile a quella reale è una delle sfide che il metaverso sta affrontando.
In questo shift la moda giocherà un ruolo fondamentale, perché è anche grazie ad essa se riusciamo ad esprimerci nella nostra totalità ogni giorno grazie ai capi o accessori che indossiamo.
La stessa identica cosa avverrà nella realtà virtuale con il nostro avatar 3D che dovrà rispecchiarci al 100% e quindi è un bene creare, fin da oggi, il nostro armadio digitale. Io sto già creando il mio.

Come immagini sarà l’armadio del futuro?

Il primo termine che mi viene in mente è “infinito”.
Ogni persona nel mondo avrà la possibilità di esprimersi in modo creativo sfruttando la sua presenza digitale senza confini e sperimentando vari modi di essere nel metaverso.
Alcune persone useranno l’abbigliamento virtuale semplicemente per curiosità altri invece la vedranno come una grande opportunità per essere le persone che hanno sempre sognato di essere, e questo si traduce nella possibilità di indossare abiti più appariscenti, modificare completamente il proprio stile, poter esprimersi attraverso l’alta moda che diventa più accessibile a tutti.

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Abbiamo parlato tanto di futuro e di quello che sarà, ma concretamente ci sono stati già case-history di successo nel mondo del fashion?

La moltitudine di esempi che mi vengono in mente sono la conferma che il Metaverso è già una realtà da esplorare: H&M ha aperto il suo negozio virtuale CEEK City che consente di proiettarsi in un vero e proprio camerino per provare i capi prima dell’acquisto; come non citare poi Benetton che ha unito shop fisico a digitale nel punto vendita in Corso Vittorio Emanuele a Milano che, alla più classica esperienza d’acquisto, unisce l’aspetto gaming. Benetton è infatti tra i primi brand a sperimentare la strategia omnichannel creando così un ponte dimensionale tra presente e futuro, reale e virtuale.