Ryan Murphy racconta Hollywood, la sua nuova serie TV che ha debuttato su Netflix il 1 maggio 2020 con protagonista Darren Criss. Ecco l’intervista tradotta in italiano.

Un alone di mistero aleggia intorno a quella che è una delle serie TV più attese dell’anno su Netflix [ti spieghiamo qui perchè], cui si sa ancora pochissimo. Con un cast stellare, e un regista d’eccezione, Hollywood arriverà sulla celebre piattaforma streaming il primo maggio, tra poche settimane. Hollywood è per Murphy la terza produzione originale,  dopo Pose e The Politician.

Per ingannare l’attesa, Murphy ha rilasciato un’intervista al magazine Vanity Fair in cui racconta le vere storie che lo hanno ispirato, storie di vite vissute di nascosto, di personaggi costretti a celare al mondo la propria personalità, il proprio essere. Costretti a comportarsi come persone che non erano. Con Hollywood Murphy, a queste storie, vuole dare giustizia.

Puoi leggere l’intervista lingua originale sul sito di Vanity Fair qui: vanityfair/hollywood

Hollywood su Netflix: trama, trailer e cast

Ryan Murphy racconta Hollywood

Cresciuto in Indiana, Murphy si è avvicinato al mondo di Hollywood dalla nonna, che lo portava al cinema quattro o cinque volte alla settimana.

Murphy è stato toccato in particolar modo dalle travagliate storie di tre attori: Rock Hudson, rubacuori segretamente gay che è morto di AIDS nel 1985, Hattie McDaniel, star di Via Col Conto costretto a sedersi ad un tavolo separato agli Academy Awards nel 1940, dove è diventata la prima donna Afroamericana a vincere un Oscar e Anna May Wong, la prima star di Hollywood americana di origine cinese, che con il tempo si è talmente stufata di recitare in ruoli secondari e stereotipati che si è trasferita in Europa. Murphy si è immedesimato molto nelle loro storie.

“Con quelle tre persone individualmente, ho sempre desiderato che fossero stati visti, in grado di essere chi erano, e soprattutto chi volevano essere” ha dichiarato.

La serie permette al pubblico di comprendere meglio i problemi di queste tre persone: Hudson interpretato da Jake Picking, McDaniel da Queen Latifah, e Wong da Michelle Krusiec.

Il trio interpreta un insieme tentacolare di personaggi basati su finzione e realtà che combattono stereotipi, pregiudizi, e industriali abusivi.

Questo formato ha permesso a Murphy e i suoi scrittori di immaginare una scena, per esempio, in cui dopo Via Col Vento, Vivien Light durante una cena ha una conversazione con l’esordiente Rock Hudson. In un’altra scena, moglie glam inventata del capo di uno studio, incontra Eleanor Roosevelt.

David Corenswet, Laura Harrier, e Samara Weaving interpretano aspiranti attori, mentre Jeremy Pope un nascente sceneggiatore e Darren Criss un regista alle prime armi. Dylan McDermott, invece interpreta, un protettore con i baffi che connette celebrità, sposate o segretamente gay, con giovani prostitute. Il personaggio si ispira Scotty Bowers, un vero gigolò di Los Angeles che operava fuori da una stazione di benzina sulla Hollywood Boulevard e Van Ness.

“Eravamo meno interessati nella lurida natura sessuale rispetto all’idea che c’era un periodo in cui la gente andava in quella stazione per essere se stessi, per avere la possibilità di esprimere la loro sessualità, le loro fantasie. Ciò di cui stiamo parlando è uno sguardo ad un’idea di storie nascoste ad Hollywood. L’dea di persone che non potevano essere chi erano, e mostrare il lato migliore della loro personalità”. Con Hollywood, Murphy vorrebbe riscrivere il passato: “Pensa se fossimo tornati indietro e avessimo fatto una sorta di revisione, e creato un universo alternativo”.

L’obbiettivo, ha dichiarato, era trovare una sorta di giustizia sullo schermo per quei personaggi che non l’hanno mai trovata nella vita reale. “Non puoi sottovalutare il potere di Hollywood. Ci insegna tutto, penso. Perchè se puoi vederlo, puoi diventarlo. Se non puoi vederlo, no. Ti insegna come vestirti, comportarti, camminare. Insegna come comportarsi in una relazione. Storicamente, Hollywood ci insegna ad essere tolleranti. Hollywood può, in un modo veramente positivo, cambiare il mondo”.