Bang Bang Baby è la prima fiction italiana Amazon Original, creata da Andrea Di Stefano e prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment e Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle, disponibile su Prime Video dal 28 aprile.

In occasione della sua uscita, dopo aver avuto l’occasione di vedere in anteprima i primi due episodi, in questo articolo vogliamo raccontarti cosa ne pensiamo di questa serie che ci porta nella Milano degli anni ’80, regalandoci una narrazione originale, raccontata dagli occhi della sua protagonista.

La recensione di Bang Bang Baby

Di genere crime, Bang Bang Baby porta sul piccolo schermo la storia di Alice, un’adolescente timida e insicura che, per conquistare l’amore di suo padre, si trova a diventare il membro più giovane di un’organizzazione criminale.

La serie si apre subito catapultandoci indietro nel tempo fino agli anni ’80, di cui possiamo vederne i colori, le pubblicità e quasi sentirne il profumo, mentre cominciamo a scoprire la serie dagli occhi di Alice. Sin dai primi minuti, infatti, la narrazione entra nel vivo, mostrandoci da una parte la terribile realtà e il futuro da criminale al quale la ragazza sta andando incontro, e dall’altra quell’innocenza che faceva parte di lei sino a quel momento. Subito dopo, però, Bang Bang Baby ci trascina indietro di circa tre mesi, riportandoci a quando le cose per Alice erano normali e permettendoci di conoscere chi era Alice e cosa l’ha portata sino al momento che ha fatto da apertura alla serie.

Questo salto indietro è un modo per lo spettatore non solo di scoprire cosa è successo ma anche per creare un importante legame di empatia con la protagonista e compiere insieme a lei un viaggio che va dritto all’inferno. Un inferno che viviamo quasi sulla nostra pelle, in quanto la serie è strutturata in modo da mostrare allo spettatore la storia dal punto di vista di Alice, e di poter vedere come alcuni avvenimenti prendono forma nella sua mente. La fotografia e la regia di questa serie, infatti, contribuiscono a rendere la narrazione sempre coinvolgente, dando vita a un prodotto unico e curato sin nei minimi dettagli: dai colori utilizzati (in cui prevalgono sempre il fucsia e il blu) alla colonna sonora che, fatta esclusione per il brano scritto da Madame per la serie (intitolato L’Eccezione) presenta solamente brani usciti fino al 1986.

Un’attenzione al dettaglio, quella di Bang Bang Baby, che rende la serie credibile da tutti i punti di vista, anche grazie alle strepitose interpretazioni del cast, che vede volti noti e attori emergenti lavorare insieme per dar vita a una moltitudine di personaggi ben definiti e sempre all’altezza di ciò che la narrazione richiede nelle diverse scene.

Non manca poi, come ci si aspetta da un titolo crime che parla di mafia, la violenza e il coraggio di mostrare cosa si nasconde davvero dietro le famiglie mafiose. Bang Bang Baby è una serie che non si nasconde ma osa, regalando allo spettatore un titolo che mostra il male in tutte le sue sfaccettature, a prescindere dal personaggio portato sullo schermo, e lo fa senza mai rinunciare all’ironia: un’ironia scurapungente che rende questa serie ancora più originale.

Seppur i primi due episodi della serie diano solamente un assaggio di ciò che questa vuole offrire allo spettatore, Bang Bang Baby si dimostra sin da subito un titolo forte, che sa ciò che vuole raccontare e lo fa riuscendo sempre a tenere alta l’attenzione dello spettatore, senza mai deludere le aspettative e senza mai annoiare, regalando una narrazione ricca e appassionante.

Bang Bang Baby in streaming

Bang Bang Baby è disponibile su Prime Video.

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L’hashtag ufficiale della serie è #BangBangBaby.

Scopri qui anche cosa è stato raccontato all’incontro stampa di Bang Bang Baby organizzato da Prime Video e la recensione degli episodi 3, 4 e 5.