Rafiki: [colpisce in testa Simba con il bastone]
Simba: Ahi! Che male! Perché mi hai colpito?
Rafiki: Non ha importanza: ormai è passato.
Simba: Sì, ma continua a fare male…
Rafiki: Oh, sì, il passato può fare male. Ma a mio modo di vedere dal passato puoi scappare… oppure imparare qualcosa.

“Non voltarti: il passato non ha nulla di nuovo da raccontarti”: alzi la mano chi vive veramente nel presente, chi si gode l’esatto istante che si sta verificando qui e ora e che soprattutto non è schiavo di quello che è successo, come non lo è di quello che avverrà domani.

Se questa domanda venisse posta in presenza, forse di mani alzate non ce ne sarebbe nemmeno una.

Questo perché siamo abituati a vivere il nostro presente avendo la convinzione che il passato, in qualche modo, continui ad avere un impatto significativo nel nostro quotidiano e debba necessariamente avere una voce in capitolo.

3 errori che fai quando pensi al passato

Per rendere il concetto più chiaro, ti faremo 3 esempi – di cui uno molto “forte” – relativi a situazioni “inquinate” dal (nostro) passato e/o dalla nostra incapacità di lasciarlo andare.

Come ti condiziona il passato “immediato”

Ti è mai capitato di litigare con un’amica o con il tuo ragazzo/tua ragazza, con i tuoi genitori, insomma ti è mai successo di concludere una discussione, tornare a casa e rivivere il tutto nella tua testa ma dando risposte diverse? Reagendo in maniera diversa?

E ti incavoli pensando: ma perché non ho detto questo? Perché sono andata/o nel pallone e non sono riuscita/o a spiegarmi meglio?

L’analisi di quanto è successo è utile solo se si fa questa riflessione: ho sbagliato, non posso tornare indietro nel tempo, cosa posso fare/dire per andare avanti al meglio?

Ripetiti questa frase ogni qual volta che farai le 4 di mattina ripensando a una cosa successa NEL PASSATO e che sta tormentando (e rovinando) il tuo PRESENTE.

Come ti condiziona il passato “tragico”

Si nasce e si muore.

Questa è forse l’unica certezza universale, ma nonostante ciò, nonostante sappiamo che non siamo esseri immortali, la perdita di una persona a noi vicina è qualcosa che è tremendamente difficile da accettare. Impariamo a conviverci, la Vita ci porta ad andare avanti, ma nel nostro cuore quella perdita resta qualcosa di “innaturale”. Qualcosa che è impossibile che sia successo proprio a noi.

Senza entrare troppo nel profondo di situazioni così difficili da raccontare, forse l’unico modo “sano” per vivere il passato, e quindi il ricordo della persona che ora non è più fisicamente con noi, è ringraziare la Vita di avercela regalata.

Avere nel Cuore una persona SPECIALE è un dono. E’ un miracolo. E’ un privilegio. Quello che lei/lui ha rappresentato per noi, quello che ci ha insegnato, trasmesso, continuerà a vivere attraverso di noi. Non possiamo fare nulla contro la Morte, ma possiamo tenere in Vita il ricordo delle persone UNICHE E INDIMENTICABILI che abbiamo avuto la fortuna di avere accanto. Perché dobbiamo vivere BENE e FELICI anche per loro.

Come di condiziona il passato che ci “definisce”

Il passato è passato. Potremmo non aggiungere altro, ma è bene farlo.

Molti di noi “utilizzano” il passato per definirsi nel PRESENTE: non sono brava a fare questo, con quella persona ho litigato, io in amore mi comporto così, quello mi ha fatto stare male…. etc etc.

Quello che ci è successo in passato PENSIAMO (anzi ne siamo spesso CONVINTI) che si verificherà tale e quale anche nel presente. Ma tu sei la stessa persona di 2 anni fa? E in tal caso (ne dubitiamo….) sei contenta/o di essere sempre così? Non hai voglia/curiosità di migliorarti? Di uscire dalla tua comfort zone? Non hai voglia di stupirti?

Spesso sono i nostri pensieri a sabotarci, le cosiddette convinzioni limitanti. Il passato è passato, torniamo a dirlo.

Ogni volta che pensi che una cosa andrà in un certo modo (perché in passato è successo così) chiediti: “sono certa al 100% (e posso dimostrarlo già da subito con prove concrete) che questa cosa andrà cosi?”. Se c’è anche lo 0,01% di probabilità che le cose non vadano come pensi, agisci.