Se ti stai chiedendo cosa significa remote working, sappi che si tratta di un termine inglese, che in italiano si traduce con telelavoro e consiste nello svolgere la prestazione lavorativa in un luogo esterno ai locali aziendali/ufficio.

Cosa significa Remote Working

Il remote working è un metodo di lavoro che si effettua indipendentemente dalla localizzazione geografica dell’ufficio o dell’azienda, ed è permesso dall’utilizzo di strumenti informatici e telematici.

Il telelavoro consiste nello svolgere la prestazione lavorativa in un luogo esterno ai locali aziendali, da una postazione che viene concordata con il datore di lavoro, e utilizzando gli strumenti necessari (computer, tablet, smartphone…), negli orari stabiliti dal contratto. E’ un sistema che favorisce la delocalizzazione degli uffici.

Il telelavoro non è una professione: possono telelavorare tutti i tipo di professionisti a cui è possibile svolgere la propria attività senza doversi necessariamente recare in ufficio, e che possono farlo dove ci sia una connessione alla rete aziendale o la possibilità di inviare messaggi e file.

La connessione alla rete aziendale è il requisito chiave per il telelavoro: l’utente deve infatti compiere un accesso tramite il proprio dispositivo al computer situato in ufficio con i relativi file e programmi: deve cioè connettersi con il dispositivo al server dell’azienda sul quale è installato e funzionante il software apposito. Se il pc non è fornito dall’azienda, ma è personale, i dati personali devono essere necessariamente separati da quelli aziendali.

Dove si svolge il remote working?

Il telelavoro si svolge principalmente DA CASA, o in un luogo decentrato specifico concordato con il datore di lavoro, come per esempio spazi adibiti al co-working.

Cos’è il telelavoro/remote working

La definizione di telelavoro, o remote working, è contenuta nel  D.P.R. n. 70/1999, che cita:

Per telelavoro non s’intende un autonomo contratto di lavoro, bensì una prestazione lavorativa effettuata regolarmente dal lavoratore al di fuori della sede di lavoro (lavoro a distanza), con il prevalente supporto di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).

Il telelavoro è disciplinato, unicamente per i contratti di lavoro subordinato, distintamente sia per il settore pubblico che per quello privato:

  • per l’Amministrazione pubblica il telelavoro è “la prestazione di lavoro eseguita dal dipendente di una delle amministrazioni pubbliche, in qualsiasi luogo ritenuto idoneo, collocato al di fuori della sede di lavoro, dove la prestazione sia tecnicamente possibile, con il prevalente supporto di tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che consentano il collegamento con l’amministrazione cui la prestazione stessa inerisce”;
  • per l’impresa privata il telelavoro “costituisce una forma di organizzazione e/o di svolgimento del lavoro che si avvale delle tecnologie dell’informazione nell’ambito di un contratto o di un rapporto di lavoro, in cui l’attività lavorativa, che potrebbe anche essere svolta nei locali dell’impresa, viene regolarmente svolta al di fuori dei locali della stessa”.

Il telelavoratore fruisce dei medesimi diritti previsti per un lavoratore comparabile che svolge attività nei locali dell’impresa.

Differenze tra telelavoro e smart working

Spesso utilizzati come sinonimi, “smart working/lavoro agile” e “telelavoro” hanno differenze sostanziali:

Nello smart working il lavoro è svolto senza una postazione fissa: può essere all’esterno dei locali aziendali o al loro interno, e può essere effettuato ovunque si disponga di una rete Wi-Fi. Nel telelavoro invece il dipendente lavora generalmente da casa e nel contratto può essere specificata la necessità di raggiungere il posto di lavoro tradizionale una volta alla settimana, o in base agli accordi presi.

Inoltre, con lo smart working il lavoratore può decidere autonomamente come, dove e soprattutto quando lavorare. Nel telelavoro anche gli orari sono stabiliti dal contratto di assunzione.