Se ti stia chiedendo cosa significa DDL, sappi che la sigla sta per Disegno Di Legge. Il termine viene utilizzato per indicare una bozza relativa ad un progetto proposto da soggetti qualificati all’interno dei vari ordinamenti giuridici statali e destinato ad essere analizzato affinché si traduca o meno in legge.

Sicuramente avrai sentito questa sigla in relazione al DDL Zan, al centro del dibattito da mesi, nonché l’argomento più discusso dalle testate e dai media dopo il discorso di Fedez al concerto del 1° maggio.

Significato DDL spiegato semplice

L’acronimo DDL sta per Disegno di Legge, che altro non è che una proposta di legge. La bozza viene presentata ai due organismi che costituiscono il Parlamento: Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, affinché si valuti la sua conversione in legge. In Italia questo iter è molto lungo, in quanto i DDL devono passare prima da una commissione e poi all’altra. Qualsiasi modifica, fa riprendere il processo dall’inizio.

Parlamento in Italia
Nel nostro Paese il Parlamento – organo costituzionale con struttura bicamerale (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) – detiene il potere legislativo, cioè quello di emanare leggi.

Superato il Parlamento, il DDL diventa legge dopo essere promulgato dal Capo dello Stato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale (da quel momento entra in vigore dopo 15 giorni).

Il Disegno di Legge in Italia

Oltre al termine Disegno di Legge, nell’ordinamento giuridico italiano si utilizzano anche i termini Progetto di Legge e Proposte di Legge.

In tutti e tre i casi si intende un testo suddiviso in articoli che viene presentato (generalmente) dai Parlamentari agli stessi Parlamentari. Spesso il DDL viene accompagnato da una relazione letta dal relatore incaricato.

Tradizionalmente avviene la seguente distinzione:

  • Proposta di Legge: proviene da un membro dell’assemblea legislativa a cui il testo è proposto (la Camera dei deputati o il Senato della Repubblica);
  • Disegno di Legge: proviene dal Governo;