Zayn Malik Fader – Vi riportiamo la traduzione completa dell’intervista rilasciata da Zayn Malik alla rivista britannica The Fader, in cui l’artista si racconta parlando degli anni nei One Direction, le motivazioni dietro l’addio, il lavoro al nuovo album, la famiglia, la fama e il futuro.

ZAYN MALIK THE FADER

LA CASA DI ZAYN

Nel vialetto di casa ha collezionato ogni genere di cosa con ruote: due grandi moto da cross ed una in miniatura, un go kart decorato con una Z nello stile del logo di Superman, una Mini Cooper d’epoca, e alcune macchine che sono semplicemente vecchie, dipinte con vernice spray verde lime. La Street art, è una delle passioni di Zayn, che ha anche una sala in cui ha dipinto su ogni superficie disponibile.

Questi sono gli hobby di un giovane ricco, ma il cortile d’entrata di Zayn suscita una strana sensazione di giovinezza che urta contro qualcosa di più oscuro. In una teca nel portico c’è una balestra ad alta potenza Predator Carbonlite. Un ponte di corda passa davanti ad un cartello con la scritta “f**k this life” e ad un capanno da giardino che è stato trasformato in un pub a tema piratesco. Scritti a mano sulla porta ci sono gli orari d’apertura (non chiude mai). L’edificio sembra essere stato colpito più volte durante una gara di paintball.

Sul lato opposto del cortile c’è un teepee originale (la tenda tipica dei Nativi Americani) e nel punto focale di tutto questo, in piedi con la sua testa strappata all’indietro, si trova un manichino da lotta, uno di quelli che si possono usare per allenarsi a boxe, ma nel caso di Zayn è stato colpito centinaia di volte con le frecce.

Sono passati sette mesi da quando Zayn ha lasciato i One Direction, una delle più grandi band del mondo in cui è stato per quasi cinque anni.

La sua casa è il simbolo di tutto ciò che ha realizzato in quel periodo, ma anche del suo disagio per quelle stesse conquiste. Finora, quella di Zayn è stata una storia su come la vita di qualcuno venga condizionata dalla percezione delle altre persone, e quanto facilmente possa finire fuori controllo. Questo accade a tutti, ma in una famosa boy band, il divario tra chi sei e ciò che il resto del mondo pensa che tu sia è decuplicato rispetto al normale. Come unica persona del gruppo di origini diverse, e come più importante celebrità musulmana dell’Occidente, Zayn ha affrontato malintesi di portata inimmaginabile.

In posa sul sedile di una delle sue moto, Zayn muove i suoi addominali nudi per catturare un frammento di luce in dissolvenza. E’ entrato sul set di questo servizio fotografico direttamente dopo essere uscito di casa distribuendo strette di mano ad uno staff di 12 persone che si è stretto intorno a lui. Mi ricorda una scena del documentario del 2013 One Direction: This Is Us, dove Zayn viene svegliato nel cuore della notte, perché è il suo turno di entrare in cabina e registrare. La sua professionalità, ormai, è istintiva.

Zayn è stato famoso per un quarto della sua breve vita, ma il resto del suo tempo è stato abbastanza modesto:

“Questa è la casa dei miei sogni”, mi dice, una volta scattate le immagini. Siamo seduti nel pub del suo cortile con qualche Beck’s e lui ha fumato. “Il quartiere da cui vengo non era come questo”.

E’ nato a Bradford, una città operaia nel nord dell’Inghilterra, e l’influenza sul suo accento è inconfondibile: le parole si trasformano sporadicamente in melodia nel momento in cui ogni U e ogni A sono pronunciate come O.

“L’intera atmosfera di Bradford è influente”, dice. “Non è il posto più supportato, in termini di amministrazione pubblica, ma ha un sacco di carattere. Ci sono un sacco di forti valori familiari. Tutti sono molto orgogliosi e tutti sono convinti dei loro modi. Mi sono un po’ fatto contagiare e questo ha fatto di me una persona testarda, ma mi ha reso molto consapevole di chi fossi. Se non ne eri consapevole, a Bradford, in un certo modo venivi lasciato indietro”.

Il nome Zayn Malik significa “bellissimo re” in arabo. Il padre è un pakistano di nome Yaser e la madre è un’inglese di nome Tricia, convertitasi all’Islam per sposarsi.

“Ho sempre cercato di imparare il più possibile sulla religione e la cultura di mio marito”, ha detto Tricia alla BBC nel 2013. “Mi sono assicurata che i bambini andassero alla moschea. Zayn ha letto il Corano tre volte.”Quando Zayn era piccolo, Tricia lavorava come chef halal in una scuola elementare, dove preparava i pasti per i bambini musulmani.

Nell’estate del 2010, un diciassettenne Zayn ha viaggiato a sud di Manchester per un provino per la settima stagione di The X Factor. La sua canzone è stata “Let Me Love You”, un successo del 2004 del cantante R&B Mario:

“Le mie principali influenze musicali provengono da mio padre” dice Zayn, ora. “Un sacco di R&B, un sacco di R. Kelly, un sacco di Usher, un sacco di Donell Jones, un sacco di Prince. Aveva l’abitudine di cantare un sacco di rap pure, 2Pac e Biggie. Un sacco di bop, un sacco di reggae, Gregory Isaac e artisti bizzarri come Yellowman”.

Mentre Zayn aveva da sempre immaginato di cantare nello show, non avrebbe realmente provato se non fosse stato per la sua mamma:

“Le persone ridono di me perché suona così infantile, ora, ma sinceramente all’epoca ero un adolescente pigro. Se fosse dipeso da me andare ad un provino per X Factor, non sarei mai andato perché non mi sarei mai alzato il giorno dell’audizione alle quattro del mattino. La ragione per cui mi sono svegliato è perché mia mamma è venuta in camera dicendo ‘Devi andare al provino per questo show.’ Mi sono sentito come se dovessi farlo perché lo dovevo a lei.”

Dopo aver passato le audizioni, nelle puntate del “bootcamp” Zayn ha mostrato una timidezza nel ballo e non è riuscito a qualificarsi per il turno successivo. Ma i giudici gli hanno presentato un’offerta inattesa: la possibilità di unirsi ad altri quattro ragazzi che erano appena stati eliminati – Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan e Louis Tomlinson – e di rimanere insieme come gruppo. I One Direction, nome suggerito da Harry, si sono esibiti per la prima volta in un episodio girato nella sfarzosa casa del giudice Simon Cowell in Spagna, dove hanno cantato una cover del brano “Torn” di Natalie Imbruglia: “L’illusione non è mai cambiata / in qualcosa di reale / Sono sveglia e posso vederlo / Il cielo perfetto è strappato”. Forse una premonizione?

Quando il gruppo si è piazzato al terzo posto dello show, Zayn ha strizzato l’occhio alla telecamera e ha detto al pubblico: “Questa non è la fine per i One Direction” e ad un mese di distanza è stato annunciato che avevano firmato un contratto da oltre 3 milioni di dollari con l’etichetta di Cowell, la Syco. I One Direction hanno pubblicato un album disco di platino ogni Novembre dal 2011 al 2014. Sono stati i sesti artisti a vedere i loro primi quattro LP debuttare al numero 1 negli Stati Uniti e i primi non-americani a farlo. Tra gli album, hanno fatto un giro del mondo senza sosta, nel 2014 hanno guadagnato 280 milioni di dollari con le sole vendite dei biglietti.

Un decennio dopo lo scioglimento degli *NSYNC, i One Direction hanno ridato vigore al modello di boy band iniettando in ogni cosa che hanno fatto una dose di piccola anarchia apparentemente genuina. Il rock nelle arene, si scopre, è uno stile ideale per cantanti medio-bravi con i capelli che sfidano la gravità, che sono contrari o troppo scoordinati per seguire una coreografia tradizionale. Sembra più divertente, in ogni caso, saltare semplicemente a caso. La vita privata tra compagni di band è stata accuratamente salvaguardata, con l’unica eccezione di un video trapelato nel 2014 in cui Louis e Zayn fumano erba. Ma nelle apparizioni con la stampa e durante le esibizioni sembravano incontrollabili, proprio come ci si aspetterebbe da cinque ragazzi tra la tarda adolescenza e i vent’anni. Scherzavano e spintonavano l’un l’altro, continuamente pompandosi a vicenda e incitandosi l’un l’altro fino a quando, come per magia, una canzone univa le loro voci in un unico accordo perfetto.