L’Harlem Shake è la nuova mania virale che ha detronizzato la pratica del Gangnam Style e che qui ha come colonna sonora l’omonimo brano di Baauer.

L’Harlem Shake altro non è che una brevissima danza – 30 secondi in totale – che segue uno specifico copione:

  1. [durata 14 SECONDI] Una persona balla da sola o circondata da persone totalmente indifferenti e/o praticamente immobili.
  2. [taglio + 14 SECONDI DI MUSICA] Tutti i presenti ballano muovendosi senza senso e spesso in maniera abbastanza aggressiva.
  3. [durata 2 SECONDI] slow motion finale

Realizzare un Harlem Shake è quindi molto semplice: basta fissare una telecamera (da evitare quindi la ripresa a mano), filmare la prima parte che vede un solo “attore” in scena, intento a ballare nella più totale indifferenza del resto delle persone, filmare la seconda parte in cui tutti ballano, unire le due clip e aggiungere lo slow motion finale.

Il potere di questa nuova mania sta, non solo nella sua più totale inutilità, ma soprattutto nell’immediatezza del suo svolgimento: 30 secondi li hanno tutti per poter vedere un video.

Il primo contributo realizzato risale allo scorso 13 Gennaio 2013: uno studente di New York, Filthy Frank, si è scatenato, insieme ad alcuni compagni vestiti con colorate tutine, sulle note di “Harlem Shake” di Baauer. Di seguito il video attualmente visualizzato 41.000.000 di volte!

Il vero boom è però datato 7 Febbraio 2013, con il video intitolato “Harlem Shake v3 (Office Edition)”:

Da dove nasce la pratica dell’Harlem Shake lanciata da Baauer?

Il DJ ha preso il titolo e il verso “Do the Harlem Shake” dal brano “Miller Time” dei Plastic Little, gruppo rap americano e il cui autore racconta di aver tratto ispirazione dalla prima rissa che lo ha visto protagonista:

“…non sapevo come si concludesse una scazzottata, così dopo una serie di pugni dati e ricevuti, me ne andai facendo un paio di mosse di Harlem Shake (uno stile del ballo hip hop n.d.r.)”.