Ogni anno il Sole24Ore stila una classifica della qualità della vita nelle città italiane e, per il 2018, a prendersi il gradino più alto del podio è stata Milano, mentre fanalino di coda si è piazzata Vibo Valentia. Vediamo allora innanzitutto in base a quali parametri vengono valutate le città italiane, per poi capire come Milano sia riuscita a piazzarsi prima e chi le fa compagnia in questa speciale top ten.

Come si misura la qualità della vita in una città

Misurare la qualità della vita non è un’operazione facile, perché il concetto è a dir poco di difficile definizione. Per questo il Sole24Ore ha tracciato una serie di categorie per misurare in modo quanto più preciso in quale città si vive bene, e quanto si vive bene.
In particolare, per misurare la qualità della vita vengono adoperati 42 indicatori, divisi in 6 categorie quali:

  • Giustizia e sicurezza;
  • Ambiente e servizi per i cittadini;
  • Affari e lavoro;
  • Ricchezza e consumi;
  • Cultura e tempo libero;
  • Demografia e società.

Chiaramente il voto finale è il risultato del piazzamento di una città in tutte queste categorie e, a volte, anche arrivare prima in una di queste non basta a farti entrare nella top ten. Basti pensare che Napoli è la città più giovane d’Italia e seconda per tasso di natalità (categoria Demografia e società), eppure è solo 94esima nella classifica generale, perché ottiene punteggi medio bassi nelle altre categorie. Vediamo allora come Milano è riuscita ad arrivare prima.

Milano, città migliore in Italia

Il capoluogo meneghino ha vinto questa speciale classifica, eppure non brilla in tutte le categorie. Per esempio, il Sole24Ore considera Milano una città non sicura per l’alto numero di rapine, mentre gli affitti sono tra i più cari d’Italia.

Tuttavia, la città della Madonnina è la smart city per eccellenza tra le città italiane, ha un alto tasso di occupazione e un ottimo reddito pro capite. Inoltre i milanesi spendono molto in beni di consumo e, in termini di cultura e tempo libero, il capoluogo lombardo è terzo per spese di botteghino.
Su tanti parametri, quindi, Milano riesce a classificarsi come migliore città italiana, colmando le carenze in termini di sicurezza e costi per l’affitto di case.

Insieme a Milano nella top ten ci sono nell’ordine: Bolzano, Aosta, Belluno, Trento, Trieste, Bologna, Pordenone, Treviso e Gorizia. Si tratta di tutte città del Centro-Nord. Non stupisce, infatti, che il loro punto forte sia la categoria Ricchezza e consumi, insieme ad Affari e lavoro. Anche se c’è da dire che Trieste, per esempio, è la prima per Ambiente e servizi, offrendo ai suoi cittadini un welfare decisamente eccezionale.

Vibo Valentia, ultima in classifica

Come può una città bellissima come Vibo Valentia, con un mare incantevole e una cucina davvero eccezionale piazzarsi ultima in classifica? Anche questi, infatti, sono parametri che vengono valutati.

A tirare un colpo mancino a questa splendida città del Sud sono però due fattori: i processi troppo lunghi e soprattutto gli scarsissimi servizi offerti ai cittadini. Vibo Valentia spende pochissimo per le fasce deboli della popolazione: giovani, anziani e disabili. Resta però la nota positiva che è una città molto sicura, dove scippi e rapine sono a livelli bassissimi.

Il resto della classifica, chi sale e chi scende

Come ogni anno ci sono poi città che migliorano la loro performance e altre che, invece, la peggiorano. A fare un bel salto in giù perdendo ben 18 posizioni ci sono Enna e Crotone. Non molto meglio fanno ben 4 province pugliesi come Taranto, Foggia, Brindisi e Barletta-Andria-Trani che finiscono tra le ultime dieci classificate.

Sempre in Puglia, però, troviamo buone perfomance in salita. Lecce fa un bel salto, scavalcando 12 posizioni e arrivando 92esima. Bari sale di ben nove posizioni e arriva 77esima. Ma il salto in alto più grande lo compie Mantova, che va in su di ben 22 posizioni piazzandosi 19esima. A seguire Lodi che, salendo di 21 posizioni, sfiora la top ten e arriva 12esima.
A fare peggio rispetto al 2017 è, a sorpresa, Verbano-Cusio-Ossola che perde ben 41 posti, passando da settima a 48esima. Dopo di lei Livorno, che perde solo (si fa per dire) 20 posizioni e arriva 37esima.