Pietro Cuppone (Cupo), chitarrista della band dei Sonohra, risponde alle domande dei fan pervenute a [email protected] (l’intervista è datata Aprile 2011):

Il giovanissimo chitarrista dei Sonohra, nato il 20 novembre del 1990, è del segno dello scorpione, è figlio unico e vive a Verona. La visione di una VHS dedicata al Festival di Woodstock gli ha completamente cambiato la vita: da quel giorno ha capito che sarebbe cresciuto a pane e musica.

Ancora frastornato dall’indimenticabile (nonché storica) esibizione di chiusura del Festival da parte del chitarrista Jimi Hendrix, decide di archiviare il capitolo scuola e di “vivere di musica”.

Ma entriamo nel vivo della nostra chiacchierata!

Pietro come hai conosciuto i Sonohra?

Io e Andy eravamo amici di Jacopo Tini (ex batterista del gruppo) che ci ha presentato i ragazzi. Da quel momento è nata un’amicizia e una stima reciproca che mi ha permesso di entrare nella band come chitarrista. L’incontro è stato molto casuale…nel senso che il giorno che li ho conosciuti non credevo che sarei diventato uno di loro, ma il modo in cui si sono evolute le cose beh non può che farmi piacere!

Il tuo giudizio su di loro è cambiato dopo essere entrato nel gruppo?

Beh ammetto che quando ancora non li conoscevo, ero uno di quelli che li sottovalutava. Quando li ho sentiti suonare in uno dei nostri incontri…sono rimasto positivamente sconvolto: quei ragazzi con la chitarra sono pazzeschi! Hanno un talento oggettivo! Oggi mi dispiace che ci sia ancora qualcuno che storce il naso, ma non mi dispiace per Luca e Diego…ma per chi si preclude la possibilità di conoscere la musica di due ragazzi giovani e di reale talento.

 

Un pregio e un difetto dei fratelli veronesi?

Il pregio vale per entrambi: sono sempre molto disponibili e umili. E penso sia una cosa abbastanza rara nell’ambiente. Come difetto…beh Diego è troppo alto! Mentre Luca è troppo buono…

 

Li frequenti oltre all’ambito lavorativo?

Si siamo amici, quindi anche dei periodi di pausa, capita spessissimo di uscire insieme o ancor più spesso di incontrarci in saletta per suonare !

 

Ora che la tranche invernale del Tour è giunta al termine, qual’è il più bel ricordo che ti è rimasto di questi mesi?

(ci pensa) non ho un ricordo particolare, però posso affermare con certezza che il calore delle fan è la cosa che più mi ha colpito! Vederle sorridere, farsi chilometri e chilometri, code, vederle piangere, urlare, cantare, portare regali, cartelloni, manifesti…e a maggior ragione vedere tutto questo affetto nei miei confronti che sono relativamente “nuovo”…è impossibile restarne indifferente!

 

Dove ti vedi fra 30 anni?

Su un palco! Spero…sono comunque certo che la musica mi accompagnerà per il resto della mia vita. Non saprei sinceramente fare altro…sia su un palco che non, spero di abbracciare sempre la mia chitarra.

 

Classica domanda: scegli 3 cose da portare su un’isola deserta.

Tre cose ? Uhm…posso dire 3 chitarre ? (ride)

 

Pietro hai dei vizi?

Si purtroppo fumo…e ogni tanto bevo! Ma sempre con moderazione…anche perchè capita sempre in occasioni in cui il giorno dopo devo lavorare, quindi cerco sempre di limitarmi a un drink.

 

Concludiamo la nostra chiacchierata, sfatando un pò il mito che ti vedrebbe terrorizzato dai viaggi in aereo…

Esatto!! Colgo l’occasione per smentire questa voce! Non ho assolutamente paura di volare…questa leggenda è nata dopo un volo dalla Sardagna dove, a causa di una forte perturbazione, si sono spente tutte le luci dell’aereo e credetemi: tutti i passeggeri erano nel panico! Diego e Luca inclusi! Anche io me la sono fatta un pò sotto…ma è stato comunque un episodio isolato. Quindi ragazzi e ragazze io non ho alcun problema a viaggiare in aereo 😉