Su Facebook è da qualche tempo comparso l’hashtag #sfidaccettata, accompagnato dalla pubblicazione di un proprio scatto nel passato.

MA… A COSA SERVE QUESTA SFIDA?

Anche se molti non lo sanno e, anzi, pensano che sia una cosa “divertente”, #sfidaccettata è una campagna molto seria di sensibilizzazione alla lotta contro il Cancro. 

Tante persone, non conoscendo probabilmente il vero significato di questa sfida, hanno pubblicato foto legate all’hashtag #sfidaccettata senza un vero e proprio scopo, giusto per il gusto di partecipare.

Così facendo, tuttavia, hanno perso l’occasione di partecipare e contribuire realmente alla campagna di sensibilizzazione.

Debby, una ragazza colpita da questa terribile malattia, ha voluto dire la sua. E noi non possiamo fare altro che riportare le sue parole, oltre che riflettere su quanto da lei espresso.

Sfida accettata: è la frase che in questi giorni si trova ovunque sul social, insieme a foto in bianco e nero per una campagna di “sensibilizzazione” alla lotta contro il Cancro.

Personalmente non capisco il senso di una foto in bianco e nero e meno ancora capisco foto che ritraggono reggiseni e pance piatte, ma rispetto le motivazioni di ognuno. Non voglio fare polemiche ma solo esprimere un pensiero, specie se mi vengono inviate richieste di “partecipazione”.

Il Cancro non sono sfumature di grigio. Il grigio è sterile, arido, morto. Il Cancro ha tanti colori. Anche il colore della paura, ma c’è l’ha! Perché il Cancro spiazza, fa paura, terrorizza.

Sensibilizzare le persone alla lotta contro il Cancro, è farle pensare a cosa sia davvero. A cosa provano i malati e chi li accompagna.È fare prevenzione, essere informati, è imparare a parlarne. Essere sensibili alla lotta contro il Cancro, è immaginarsi senza capelli, con dieci chili di troppo per via del cortisone e senza forza per andare verso il bagno.

Essere sensibile è chiedersi “come starei io?”.

Essere sensibili non è mettere una foto è poi sparire davanti ad un amico malato perché ci si sente impotenti. Forse bisognerebbe amare di più ciò che di prezioso si ha: la vita. Prendere coraggio ed ammettere di avere una gran paura di questa parole che uccide ancora. È fare una telefonata e chiedere “come stai?” ammettendo di non saper cosa dire, di sentirsi imbarazzati. Spesso poi ci si mette a ridere e tutto diventa più facile.

Sensibilità è esserci.

È regalare un sorriso silenzioso, un aiuto concreto. Perché noi malati di Cancro, abbiamo soprattutto bisogno di non sentirci soli ed a volte basta davvero poco. Abbiamo i mezzi e l’intelligenza…Buona giornata anime belle