Una leggenda azteca fa nascere la pianta del cacao, dal sacrificio di una regina. Con il marito in guerra, la regina era la custode delle ricchezze del regno. Quando i nemici cercarono di farle dire dove erano nascosti i tesori, lei tacque e venne punita con la morte. Dal suo sangue, secondo gli aztechi, sarebbe nata questa pianta dal frutto eccezionale. Leggende a parte, la storia del cacao è davvero antica.

Recentemente si sono scoperte tracce di cacao su dei recipienti appartenuti a una comunità vissuta in Ecuador circa 5300 anni fa, retrodatando il primo uso conosciuto del cacao di più di mille anni (finora si era pensato che l’uso del cacao risalisse a circa 4000 anni fa, in Messico). Ma vediamo quale valore avesse il cacao nelle antiche civiltà sudamericane, per poi raccontare come è arrivato in Europa e, infine, come è stato prodotto il cioccolato come lo conosciamo adesso.

Il cacao nelle società indigene del Sud America

Da quello che sappiamo, la pianta del cacao per le popolazioni sudamericane ha sempre avuto un valore magico. Il cacao veniva consumato da nobili, re e sacerdoti durante i riti sacri. Per le antiche popolazioni centro e sudamericane, il cacao aveva poteri afrodisiaci, ma anche energizzanti, oltre a essere fonte di saggezza e di cura per determinate malattie. Inoltre, i semi di cacao venivano usati, dato il loro alto valore, anche al posto delle monete, così che pochi semi di cacao potevano valere quanto una canoa.

Attenzione però a non pensare che gli antichi Maya o gli Aztechi mangiassero tavolette di cioccolata, così come le consumiamo noi oggigiorno. In verità, i semi di cacao venivano lavorati e poi bolliti. Infine, venivano aggiunte altre spezie e diventavano una bevanda calda da bere, la “xocoatl” dalla parola xoco, amaro e atl, acqua. Il cacao è stato adoperato così per secoli finché non arrivarono gli europei.

Cristoforo Colombo e l’arrivo del cacao in Europa

Si narra che il primo europeo ad aver assaggiato questa bevanda a base di cacao sia stato, ovviamente, Cristoforo Colombo, che però non l’apprezzò molto, ritenendola troppo speziata.
Secondo molto storici a portare il cacao in Europa fu lo spagnolo Hernan Cortés. La Spagna diventò così per un secolo la nazione monopolista del commercio del cacao. Ovviamente, si trattava di una merce di lusso e solo nobili, aristocratici e ricchi mercanti si potevano permettere l’acquisto del cacao. Gli spagnoli aggiunsero al cacao dello zucchero e continuarono a usarlo come bevanda con l’aggiunta di mandorle, pepe o peperoncino.

In Italia il cacao arrivò per la prima volta in modo clandestino grazie al duca Emanuele Filiberto. Questo nobile riuscì a eludere i controlli degli spagnoli e a portare con sé dalla Spagna un po’ di cacao, nella seconda metà del ‘500. In Francia, invece, il cacao arrivò grazie al matrimonio tra il re di Francia Luigi XIII e la principessa di Spagna Anna all’inizio del ‘600. La corte francese conobbe così questa eccezionale bevanda e da lì si diffuse nelle altre corti europee. Questo è il periodo in cui alla pianta del cacao viene dato il nome scientifico di “theobroma cacao” da Carlo Linneo che letteralmente significa cibo degli dei. In questa fase e ancora per molto tempo, tuttavia, il cacao viene usato solo per fare delle bevande ed è diffuso esclusivamente tra un numero molto ristretto di individui: i nobili e i ricchi.

L’800 e la nascita del cioccolato

Con il passare del tempo, anche le persone meno abbienti cominciarono ad avere accesso alla cioccolata. In Italia, a fine seicento ci fu il primo locale con licenza di vendere la cioccolata come bevanda. All’inizio non sempre fu accolta con favore dalla gente e solo con l’ottocento il cacao, comincia a essere conosciuto sotto forma di cioccolata e a vedere una grande diffusione.

Nel XIX secolo, infatti, diversi pasticceri e inventori cominciarono a lavorare il cacao, con le prime macchine idrauliche. Si riuscì dopo diversi tentativi a estrarre il burro di cacao e a trasformare il cacao in polvere. A perfezionare questo processo, grazie al procedimento del “concaggio”, ci pensò Rudolf Lindt, grazie a dei macchinari importati dall’Italia. Con questa invenzione, la qualità dei cioccolatini e delle barrette di cioccolata aumento notevolmente. Da allora, il cioccolato è diventato un alimento diffusissimo e il cacao un ingrediente che mangiamo tutti i giorni.