Vedere una persona con un tatuaggio è un’esperienza abbastanza comune. Fino a non molti anni fa però, non solo era raro trovarne una, ma significava anche che quella persona era un marinaio oppure un ex detenuto. Eppure, tatuarsi è una pratica antichissima, tanto che sulla pelle di alcune mummie, vecchie millenni, sono stati trovati tatuaggi. Resta però una domanda di fondo: perché le persone si tatuano e perché è diventato un fenomeno così di massa?

In questo breve articolo ti illustreremo quella che potremmo chiamare la “psicologia del tatuaggio”, ovvero le ragioni che stanno dietro al motivo o ai motivi per cui le persone si tatuano.

Cosa spinge le persone a tatuarsi?

Nonostante la pratica del tatuaggio sia antichissima, le motivazioni psicologiche che spingono le persone a farsi disegnare qualcosa di indelebile sulla pelle, sono rimaste le stesse, anche se si sono adeguate ai tempi (quasi più nessuno oggigiorno si tatua un simbolo perché crede sia magico).

Se ti stai domandando qual è il motivo psicologico o il bisogno di tatuarsi che avvertono le persone sappi che le ragioni possono essere molteplici, le più comuni:

  • Estetiche, il tatuaggio può essere un simbolo sessuale;
  • Ricerca e comunicazione della propria identità;
  • Per segnalare l’appartenenza a un gruppo;
  • Per celebrare un rito di passaggio.

Tatuarsi come espressione di individualità e di appartenenza a un gruppo

Uno dei motivi principali del perché le persone si tatuano è legato al voler esprimere lati ed esperienze del proprio essere che altrimenti rimarrebbero nascosti. Una data, un traguardo o un simbolo di un’esperienza vissuta diventano psicologicamente il marchio di noi stessi, da mostrare al mondo perché rappresenta la nostra personalità, il nostro essere e ci distingue dagli altri.

Al tempo stesso tatuarsi può rappresentare psicologicamente, senza contraddirsi, anche l’appartenenza a un gruppo. Non mi riferisco alle gang criminali che si tatuano lo stesso simbolo perché segno di affiliazione criminale. Farsi un tatuaggio rappresenta la scelta di entrare a far parte del gruppo di chi ha deciso di raccontare la propria personalità attraverso una forma d’arte sulla propria pelle, di chi crede che determinate cose non cambieranno mai e saranno per sempre il simbolo di se stesso, e di chi ha condiviso un’esperienza anche abbastanza dolorosa. In un certo senso ci distinguiamo dagli altri attraverso il tatuaggio, ma psicologicamente ribadiamo anche l’appartenenza a qualcosa di più grande del semplice individuo: ribadiamo l’appartenenza a un gruppo, appunto.

I motivi estetici e i riti di passaggio dietro a un tatuaggio

Le ragioni per cui una persona decide di tatuarsi possono essere anche estetici e per marcare il superamento di un confine da cui non si torna più indietro. Per ragioni estetiche non intendiamo solo la bellezza del tatuaggio in sé o la possibilità di usarlo per coprire alcuni difetti fisici (come le cicatrici per esempio), ma anche il messaggio estetico che lanciano all’altro sesso.

Il tatuaggio diventa spesso un simbolo sessuale, indice di un corpo bello e pronto alle gioie dell’amore. Per questo la sua funzione estetica si unisce spesso, psicologicamente, ai riti di passaggio. Così come nelle società antiche, alla base del tatuaggio può esserci anche la volontà di comunicare al mondo di essere entrato in una fase nuova della vita, come quando si compie diciotto anni e si fa il primo tatuaggio. In qualche modo il tatuaggio segna così il passaggio all’età adulta e l’ingresso nel mondo degli uomini e delle donne, e l’uscita definitiva dall’età dell’adolescenza.

Perché le persone decidono di tatuarsi una determinata parte del corpo?

Forse, a questo punto, ti starai chiedendo se il tatuaggio ci comunichi qualcosa in più sulla personalità dell’individuo in base a dove questo ha deciso di farlo.
Il fatto che tantissime persone si tatuino per motivi che, come abbiamo visto, spaziano dalla necessità di differenziarsi dagli altri, alla rimarcazione di un rito di passaggio, ha spinto sociologi e psicologi a studiare il fenomeno per capire meglio i tratti di questo fenomeno (una vera e propria psicologia del tatuaggio!).

Si è così notato che le donne preferiscono tatuarsi i polsi e le caviglie, mentre gli uomini il petto e le braccia. La psicologia, poi, ha anche individuato alcune caratteristiche della personalità che possono essere legate alla zona che si è deciso di tatuarsi. Ovviamente stiamo parlando di generalizzazioni, e di macrocategorie che non vanno prese troppo alla lettera. In ogni modo è stato notato che: tatuarsi la parte destra del corpo, così come il petto indica una persolità forte e decisa. Al contrario tatuarsi la parte sinistra o le gambe è spesso indice di un carattere chiuso, tendente al pessimismo e debole.
Se la parte tatuata è in bella vista, questo denota chiaramente la voglia di mostrarlo, mentre se il tatuaggio è nascosto spesso è indice di timidezza. Infine, tatuarsi le parti intime, soprattutto per le donne, indica personalità combattive e sensuali: donne che godono della loro libertà, anche sessuale, in modo cosciente e a 360 gradi.

Ricorda però che ogni individuo decide di tatuarsi per motivi personalissimi e dopo aver vagliato attentamente l’idea: non dimentichiamoci che farsi un tatuaggio può essere costoso, è una scelta da cui non si torna indietro (tranne che con un intervento chirurgico) ed è doloroso. Tuttavia esiste una “psicologia del tatuaggio” abbastanza chiara che può riassumere cosa conduce le persone a farsi disegnare un simbolo che durerà per sempre sulla pelle. Come visto, inoltre, anche la scelta di dove tatuarsi, anche se non ne siamo coscienti, può dire molte cose della nostra personalità al mondo che ci circonda!