Testo Velo sugli occhi di Angelina Mango, singolo estratti dall’album Caramé. Disponibile anche il significato della canzone, il video ufficiale e l’audio. Data di uscita 16 ottobre 2025
Velo sugli occhi è uno dei brani più intimi e vulnerabili di Caramé. Scritto e prodotto da Angelina Mango insieme a Giovanni Pallotti, racconta il momento in cui si perde la leggerezza dello sguardo infantile e si comincia a convivere con un dolore più adulto, difficile da mostrare. Quel “velo” nasconde ferite silenziose, ma il brano diventa un atto di rinascita: il coraggio di guardarsi dentro, accogliere la propria fragilità e tornare a vivere senza paura del silenzio.
Velo sugli occhi testo Angelina Mango
Testi canzoni Angelina Mango, leggi il testo di Velo sugli occhi:
Velo sugli occhi video Angelina Mango
Velo sugli occhi audio Angelina Mango
Ascolta le canzoni di Angelina Mango su Spotify, ecco l’audio ufficiale della canzone Velo sugli occhi:
Significato canzone Velo sugli occhi di Angelina Mango
“Velo sugli occhi” è una canzone profondamente introspettiva, in cui Angelina Mango parla della difficoltà di ammettere il proprio dolore e di mostrarsi fragile agli altri. C’è il peso di chi ha ignorato i propri limiti fino a farsi male, e ora non sa come confessarlo nemmeno alle persone più vicine. Quel “velo sugli occhi” è ciò che gli altri vedono: un’apparenza offuscata, un sorriso che non convince, uno sguardo che nasconde tutto ciò che non si riesce a dire.
La canzone è anche un dialogo interiore, in cui Angelina parla a sé stessa, alla parte più giovane e ferita di lei, che non è riuscita a perdonarsi. L’immagine dell’“assassina” è metaforica: non ha ucciso nessuno, se non una parte di sé, consumata dal senso di colpa e dall’incapacità di accettarsi. Ha dato tutto, ma senza proteggersi, confondendo il dono con l’affetto, la generosità con il bisogno di essere amata.
Il desiderio che esplode nel ritornello – “Ora voglio solo vivere” – è un atto di resistenza. Vivere non come gesto perfetto, ma come libertà di sbagliare: alzarsi alle quattro, annoiare sé stessa, uscire in ciabatte, fare ciò che non ha mai osato. È il desiderio di sentirsi esistente dentro ogni difetto, senza più nascondersi, senza paura del silenzio dopo un urlo.
“Velo sugli occhi” non è una resa, ma un inizio. È il momento in cui si decide di non recitare più, di chiudere il primo atto e aprire il secondo, con tutta la vulnerabilità che comporta. Vivere, stavolta, senza filtri.