Lunedì 14 maggio si è tenuta la tappa veronese del tour teatrale di Marco Mengoni nella cornice del Teatro Filarmonico.
Il tour è partito lo scorso 19 aprile dal Teatro degli Arcimboldi di Milano e si concluderà il 27 maggio al Gran Teatro di Roma.

Lo spettacolo ha una veste nuova rispetto quello delle anteprime nei palazzetti, merito della collaborazione di Marco con Elisa ed Andrea Rigonat, che l’anno aiutato a ritrovare le sonorità da cui si è mosso sin dagli esordi, ovvero quelle del rythm and blues.

Il concerto comincia con un monologo di Woody Allen recitato dallo stesso Marco che, una volta conclusasi questa introduzione, un assolo di pianoforte ed ecco “Tonight”: per tutta la canzone solo la sua ombra, proiettata su un velo, domina la scena assieme alla musica, l’effetto finale è da brivido!

Scaletta:

Tonight
Credimi ancora
Questa notte
Solo
Can’t Help Falling In Love (cover Elvis Presley)
Stanco
Dall’Inferno
Searching
L’equilibrista
Medley: Solo bolero, Innuendo (cover Queen), Psycho Killer
Tanto il resto cambia

In viaggio verso me
Mangialanima
La guerra
Medley Motown: Signed Sealed Delivered, Beware, Sunny, Move Over, Nutbush
Un finale diverso
Rehab (cover Amy Winehouse)
The Fool On The Hill
The Swtich
Dove si vola
Come ti senti
Un giorno qualunque
Uranio 22
Hit the Road Jack

La voce di Marco è calda, sembra essere maturata con lui rispetto alla grandiosa data di Assago il 26 Novembre.
Con “Credimi Ancora” si fanno notare ancora di più i nuovi arrangiamenti che prevedono anche l’introduzione nella band del sassofono e della tromba. I brani così risultavano così ancora più belli e perfettamente adatta al clima raccolto del teatro.
In più di un’occasione la bravura dei due nuovi musicisti, Federico Mansutti alla tromba, e Federico Missio al sax, si fanno notare, un esempio sono gli assoli eseguiti come stacco assieme al pianoforte.

Emozioni a mille anche con la dolce reinterpretazione di “Can’t Help Falling In Love” del grande Elvis Presley.

Non è stata l’unica cover eseguita: Mengoni si cimenta anche in “Innuendo” dei Queen, “Psycho Killer” dei Talking Heads, uno dei brani più movimentati della prima parte che si conclude con “Tanto il resto cambia”.

 

La seconda parte comincia con “In viaggio verso me” dove Marco supera la barriera che lo divide dal pubblico per scendere tra i suoi fans e stringe qualche mano, qui fa cantare tutti e porge il microfono perfino al bodyguard che lo scortava! Il ragazzo simpaticamente sta al gioco e canta.
Anche nella seconda parte non mancano nuove cover, che si inseriscono tra i suoi brani dei suoi dischi: ecco allora il Medley “Motown” e, dopo un piccolo discorso sui media e la crisi, con tutto il pubblico che ascoltava attentamente in silenzio, che Marco ha dimostrato di aver apprezzato molto, e dopo ciò è arrivato alla vera introduzione di “Rehab”, omaggio ad Amy Winehouse. Il clima è molto intimo nella semi oscurità, tutto il palco è al buio sotto e lui sotto l’unico lume. Il pubblico dopo aver ascoltato silenziosamente e con meraviglia, si è alzato per una delle tante standing ovation della serata, per rendere omaggio alla cantante scomparsa e alla personale interpretazione di Marco.

Il concerto è proseguito con “The fool of the hill” dei Beatles, e “The switch” dei Planet Funk.

Ultimo cambio d’abito in cui si sveste i panni eleganti del cantante acclamato e tornando ragazzo normale e semplice ed ecco “In un giorno qualunque” cantata quasi interamente steso a terra, poi ancora energia con “Uranio 22” e “Hit the road jack” dove Marco scende un’ultima volta nella fossa recintata solitamente dell’orchestra, come per cercare ancora il pubblico che per tutta la sera l’ha ascoltato e gli ha regalato tanti applausi: qui toccava le mani e tendeva il microfono verso il pubblico.

Una volta risalito sul palco, pago dell’atmosfera entusiasta, come per ringraziare tutti, ha deciso di immortalare il pubblico, ancora in piedi, scattando una foto col suo telefonino.
Lo spettacolo finisce, ma dopo pochi minuti, mentre tutti cominciavano ad andarsene rieccolo di nuovo per un ultimo grazie scendendo di nuovo e toccando ancora le mani della gente che ancora si tendeva oltre la transenna.
Lui ringraziava noi, ma noi abbiamo cercato di fare il contrario cercando di fargli arrivare tutto l’affetto che proviamo per lui a modo nostro, per la magnifica serata e lo spettacolo che ci aveva appena regalato.

[Martina Borgato]