Un bacio libro frasi

Le frasi più belle del libro “Un Bacio” (Bompiani) di Ivan Cotroneo, la cui trasposizione cinematografica è attesa nelle sale italiane dal 31 Marzo 2016.

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Nel cast del film Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani, Leonardo Pazzagli, Simonetta Solder, Giorgio Marchesi, Susy Laude, Thomas Trabacchi, Laura Mazzi e Sergio Romano.

UN BACIO | TRAMA

Lorenzo, Antonio e Elena. Sono i protagonisti di un romanzo a tre voci che racconta una crudele vicenda di amore, odio e violenza.

Un ragazzo di sedici anni, difficile, non integrato, che arriva in una piccola cittadina di provincia. Una professoressa di italiano, quarantenne, stanca, ansiosa di spingere i suoi studenti ad affrontare la vita con un coraggio che lei stessa non possiede. Un giovane uomo cresciuto troppo in fretta, incapace di confrontarsi con l’altro e educato alla violenza. Al centro di tutto, una pistola, un colpo sparato alla tempia in un’aula scolastica, e forse un bacio. Un solo, semplice bacio, capace di scatenare la follia.

UN BACIO | QUOTES & FRASI DAL LIBRO

[p. 14]
Una delle operatrici mi aveva spiegato che non esistono persone belle o brutte, esistono solo quelli che hanno qualcosa, e alla fine tutti, chi più chi meno, hanno sempre qualcosa se hai voglia di guardare bene.

[p. 19]
Diceva che dovevano lasciarmi in pace, che mi potevo vestire come volevo, che il loro compito era quello di darmi sicurezza, di aiutarmi a esprimermi. Dietro la porta li ho sentiti parlare di me. Ma io sapevo come esprimermi. Lo sapevo naturalmente, non c’era bisogno che me lo diceva nessuno.

[p. 20]
Mi ha chiesto se volevo che a scuola mi accompagnasse lei, se c’erano dei ragazzi che mi prendevano in giro, se poteva fare qualcosa per me. Io ho detto di no, che andava tutto bene, che non si doveva preoccupare. Pensavo di essere un ragazzo forte, che non cadeva mai.

[p. 21]
[…] io non potevo vederlo ma lo sapevo che nel sogno mi stavo portando dietro il suo sorriso.

[p. 22]
Se gli altri mi spingevano, io non cadevo più. Mi spostavo, ma non cadevo. Al massimo potevo indietreggiare un po’. Non cadevo più davanti a loro, e nemmeno piangevo più. Forse ero cresciuto.

[p. 25]
Daniela e le sue amiche, quando ci vedevamo per fare finta di studiare, mi chiedevano come era possibile che un ragazzo si innamorasse di un altro ragazzo. Io non lo sapevo spiegare, perché come fai a spiegare le cose che ti succedono? Ti succedono e basta, sono così.

[p. 27]
C’era questa cosa strana, fra noi, che non parlavamo tanto, però ci volevamo bene.

[p. 28]
Poi mi ha fatto un discorso sul fatto che non dovevo avere paura, che non bisogna avere paura di quello che uno è. Mi ha detto che la paura rendeva gli uomini tristi e infelici, gli uomini e soprattutto i ragazzi e le ragazze. Che se uno era pauroso da ragazzo, poteva diventare anche l’uomo più alto e più grosso del mondo, ma non cresceva mai.

[p. 44]
Questi ragazzi sono infelici, troppo infelici. Portano a scuola tutto il peso delle loro vite, la famiglia che non li capisce, le loro case di provincia, portano già nei loro zaini il lavoro che non troveranno, insieme alle ragazze che già non gli sorridono e agli innamorati che non sanno parlare con loro, e poi il motorino nuovo, la macchina, la maglietta di marca, tutte le cose che non hanno e non avranno mai, si tengono addosso la disperazione, la voglia di fuggire da quel posto e la consapevolezza che invece non ce la faranno mai, che se va bene verranno presi alla fabbrica come i loro padri e fratelli maggiori, oppure finiranno d’estate a fare la stagione negli alberghi sul mare.

[p. 75]
Le ragazze mi piacciono e però mi fanno un po’ paura, ma anche questo non lo posso dire. Sembra che fanno paura solo a me, e a tutti i miei amici no. Quando mi guardano lo fanno come se sapessero già tutte le cose che io non so. Sono tutte più veloci di me, e questo non mi piace.

[p. 75]
Quando gli altri ragazzi parlano delle ragazze, io ripeto sempre quello che dicono loro. Se dicono che una è bella, lo dico pure io. Se dicono che una è stronza, lo ripeto pure io. Così tutti sono d’accordo con me, e non devo fare discussioni con nessuno.