In occasione dell’uscita della versione acustica di “Strip That Down”, il suo singolo di debutto solista, Liam Payne ha rilasciato un’intervista esclusiva per il quotidiano svedese Aftonbladet.

Una lunga chiacchierata a cui ha fatto seguito anche un’esibizione disponibile sul sito tv.aftonbladet.se

Ecco gli highlights dell’intervista:

SUL SOUND DELL’ALBUM

“Sono molto più incline allo stile pop, che è anche il genere che ascolta il mio pubblico. Non avrei mai fatto un album totalmente rap o hip hop, così ho cercato un compromesso, una via di mezzo”.

SULLA PRIMA PERFORMANCE DA SOLISTA

“Mi sono esibito al Wembley Stadium qualche giorno fa. E’ stata la mia prima performance in assoluto come solista e per giunta davanti ad 80 mila persone. E’ stato folle, pazzesco.

Non l’ho mai detto prima, perché sono molto critico nei confronti di me stesso, ma sono davvero fiero della mia performance. E lo dico dopo averla riguardata a distanza di qualche giorno perché sai, quando scendi dal palco, sei confuso, hai ancora tanta adrenalina addosso.

Ho passato giorni a prepararmi per quell’esibizione: in 3 minuti e 48 secondi ho dato tutto e mi sono divertito. Appena sono sceso dal palco mi sono chiesto ‘sono andato bene o sono andato male? La risposta me la sono data riguardandomi. Promosso!”

SUL BALLARE SUL PALCO

“Jaquel, il coreografo, realizza coreografie che mi cuce letteralmente addosso. Mi dice sempre: ‘prima esibisciti per me e poi farò il mio lavoro’ . Dopo avermi osservato, in base a cosa ho fatto mentre cantavo, crea una coreografia dicendomi ‘è una mossa che sai fare, è un ritmo che ti appartiene'”

SUL SUO LAVORO

“Do sempre il 100% ogni volta che faccio qualcosa, ora ho una famiglia e delle persone a cui tengo da rendere fieri”

SULL’ESSERE GENITORE

“Quando ero nei One Direction avrei detto ‘certo che problema c’è a lanciarmi con il paracadute!’. Ma ora, la prima cosa a cui penso è ‘cosa ne sarà di mio figlio se dovesse succedermi qualcosa?’ e allora mi rendo conto che sarebbe una cosa stupida da fare. C’è sempre quella fase in cui ti soffermi a pensare. Fa parte dell’essere genitore.”